Nuova Riveduta:

Genesi 3:6

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.

C.E.I.:

Genesi 3:6

Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.

Nuova Diodati:

Genesi 3:6

Caduta dell'uomo
E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l'albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.

Riveduta 2020:

Genesi 3:6

E la donna vide che il frutto dell'albero era buono da mangiare, che era bello da vedere, e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò, e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.

La Parola è Vita:

Genesi 3:6

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 3:6

E la donna vide che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi, ch'era bello a vedere, e che l'albero era desiderabile per diventare intelligente; prese del frutto, ne mangiò, e ne dette anche al suo marito ch'era con lei, ed egli ne mangiò.

Ricciotti:

Genesi 3:6

Vide dunque la donna che l'albero era buono a mangiarsi, bello agli occhi, e dilettoso all'aspetto; prese del suo frutto, ne mangiò, e ne dette al marito che ne mangiò.

Tintori:

Genesi 3:6

Il peccato originale.
Or la donna, vedendo che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi e bello all'occhio e gradevole all'aspetto, lo colse e ne mangiò e ne diede al suo marito, che ne mangiò.

Martini:

Genesi 3:6

Vide adunque la donna, che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi, e bello a vedere, e appetitoso all'aspetto: e colse il frutto, e mangiollo; e ne diede a suo marito, il quale ne mangiò.

Diodati:

Genesi 3:6

La donna adunque, veggendo che il frutto dell'albero era buono a mangiare, e ch'era dilettevole a vedere e che l'albero era desiderabile per avere intelletto, prese del frutto, e ne mangiò, e ne diede ancora al suo marito, acciocchè ne mangiasse seco. Ed egli ne mangiò.

Commentario abbreviato:

Genesi 3:6

Versetti 6-8

Osservate i momenti della trasgressione: niente passi in avanti ma solo indietro verso la fossa. 1. Ella vide: molti peccati entrano tramite l'occhio. Non indugiamo mai su quello che ci può portare a concepire desideri pericolosi Mat. 5:28; 2. Ella prese: fu un suo proprio atto e una sua iniziativa. Satana può tentare, ma non può forzare; può convincere a buttarci giù ma egli non può buttarci giù Mat 4:6; 3. Ella mangiò: quando la donna guardò l'albero forse non intendeva prenderne i frutti o quando li prese, non intendeva mangiarne: ma non finì così, per cui è meglio bloccare i primi fomiti del peccato e farli passare prima di trovarsi immischiati in esso; 4. Ella lo diede pure a suo marito che era con lei: quelli che fanno il male cercano di attirare gli altri a fare lo stesso; 5. Ella ne mangiò: nel trascurare l'albero della vita, di cui gli era permesso mangiare, e mangiando dell'albero della conoscenza, che era proibito, Adamo dimostrò chiaramente un disprezzo di ciò che Dio gli diede e un desiderio per ciò che Dio non decise di dargli. Dio gli avrebbe dato tutto quello che piaceva all'uomo e ciò che lo poteva soddisfare veramente, ma il suo peccato fu, con una parola sola, disobbedienza, Ro 5:19; disobbedienza a un piano e a un facile e preciso comando. L'uomo non aveva alcuna natura corrotta che lo portasse a tradirlo ma pieno di libero arbitrio, non indebolito né danneggiato. L'uomo si rivoltò subito a Dio e condusse tutta la sua posterità nel peccato e nella rovina. Chi, quindi, può affermare che il peccato di Adamo è una cosa banale? Quando fu troppo tardi, Adamo ed Eva si resero conto della follia di aver mangiato il frutto proibito. Essi videro la felicità da cui decaddero e la miseria in cui caddero. Videro un Dio affettuoso provocato e la privazione della sua grazia e del suo favore. Vedete quale disonore e quale difficoltà è il peccato: porta scompiglio dovunque entra e distrugge ogni cosa buona. Prima o poi farà vergognare sia per la vergogna del pentimento vero che termina in gloria sia per la vergogna e per il disprezzo eterno per il quale il malvagio risorgerà nel grande giorno. Vedete qui la "normale" follia di coloro che peccano. Essi si curano maggiormente di salvare la loro faccia davanti agli uomini piuttosto che cercare il perdono da Dio. Le scuse che gli uomini danno per coprire e ridurre i loro peccati sono vane e frivole e anche con le cinture di foglie di fico essi non poterono migliorare la situazione. Ma ciò nonostante siamo sempre pronti a coprire le nostre colpe come Adamo. Prima di peccare essi gradivano le dolci visite di Dio con umile gioia; ma ora Egli faceva a loro terrore. Nessuna meraviglia se essi erano pure terrore a se stessi e pieni di confusione. Questo mostra la falsità del tentatore e le frodi delle sue tentazioni. Satana promise che essi sarebbero stati al sicuro ma adesso non la pensavano più così! Adamo ed Eva erano ora dei miserabili consolatori l'uno dell'altro!

Riferimenti incrociati:

Genesi 3:6

Gios 7:21; Giudic 16:1,2
Ez 24:16,21,25
Ge 6:2; 39:7; Gios 7:21; 2Sa 11:2; Giob 31:1; Mat 5:28; 1G 2:16
1Ti 2:14
Ge 3:12,17; Os 6:7; Rom 5:12-19

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